Titolo: Minotauro
Anno: 1990
Tecnica: Carboncino su carta
Misure: 167 cm x 120 cm
Repertorio: #31
Il Minotauro è figura di mito e di immaginario collettivo sempre presente. Da Creta a Picasso ha trovato mille espressioni. Mostro del corpo umano e dalla testa di Toro, rinchiuso da Minosse nel labirinto. Il mostro — che è il simbolo di uno stato psichico, della dominazione perversa di Minosse — è figlio di Parsifae — la quale è così all’origine della perversione di Minosse. Parsifae rappresenta l’amore colpevole, il desiderio infinito, il dominio indebito, la colpa, rimossi e nascosti nell’inconscio del labirinto. Ma il mito nel suo insieme — Teseo che uccide il mostro e col filo di Arianna torna alla luce — nel suo insieme esprime simbolicamente la “‘lotta spirituale contro la rimozione’’.
Possiamo considerare tutte le valenze del mito (Paul Diel: ‘‘Le symbolisme dans la mitologie greque’”’ Paris 1966) come le pagine straordinarie di Kerenyi in ‘‘Labirinto’’ eppure in quest’opera tutti questi temi trovano una loro così essenziale rappresentazione — in questo racchiudersi in due figure che nel loro intreccio sono labirinto da farne un’opera di implicante suggestione. Poche volte il mito riesce a ritrovare la necessita e l’emozione di vissuto — il suo tradurre qualcosa che é dentro ed è involucro all’esistenza, che non riesce a incarnare l’Essere, la totalità dell’Essere che è l’anima. Ma anche |’altro aspetto cosi significante nella ricerca della de Cataldo dell’‘animale’’ che si pone come il doppio dell’uomo.
Elio Mercuri, Catalogo “O. de Cataldo, Dipinti – dal 1970 al 1983”